“Marilyn in White” è una mostra dedicata ad una delle più importanti leggende del cinema, in occasione del sessantenario dallo shooting del suo film più celebre, “Quando la moglie è in vacanza” (1955). Dopo un’iniziale carriera come modella, il suo debutto nel mondo del cinema avvenne nell’agosto del 1946. Ancora lontana dal successo planetario, Norma Jean diventa Marilyn Monroe e nel giro di pochi anni diventa una vera e propria femme fatale, una bad girl, che arriva tardi agli appuntamenti, fa abuso di farmaci e alcool e poco si interessa di ciò che le malelingue le riservano.
Questo atteggiamento è però bilanciato da un alone di candore e innocenza che sembra farle perdonare ogni atteggiamento sconveniente, uniti ad un innegabile e incondizionato amore per la recitazione. Nel 1954 viene fotografata mentre indossa l’ormai leggendario abito bianco, che farà la sua comparsa ufficiale presso il grande pubblico nella pellicola che l’ha portata alla ribalta, “Quando la moglie è in vacanza”. Il film di Billy Wilder, ormai diventato di culto, ha segnato la generazione postbellica, ed è diventato simbolo di un’epoca e di un modo d’essere. Sul set era presente anche George Barris, giovane newyorkese che, dopo aver lavorato come fotografo per l’esercito americano, si era avvicinato al mondo hollywoodiano durante gli anni Cinquanta e Sessanta , immortalando la maggior parte delle star.
Il loro rapporto è andato ben oltre quei singoli scatti, tanto da portarli a progettare insieme la realizzazione di un libro illustrato e un’autobiografia. L’intimità che li lega si riesce a percepire in tutte le foto che ripercorrono gli ultimi anni della carriera dell’attrice. Davanti ai nostri occhi si sviluppa la semplice storia di una donna, che senza trucchi né artifici si lascia immortalare sulla spiaggia di Santa Monica o in una casa di Hollywood: in questi scatti possiamo osservare la persona celata fino a quel momento, dietro al personaggio.