“Dennis Hopper, Photography” ripercorre il lavoro fotografico di uno degli attori più amati e controversi della storia del cinema. Hopper è stato uno dei simboli della cultura hippie e della controcultura americana insieme a personaggi come Peter Fonda e Jane Fonda. Uomo pieno di contraddizioni, Hopper non ha mai fatto mistero di essere un repubblicano, almeno fino a quando Barack Obama si è presentato sulla scena politica. Hopper è stato quello che si definisce artista prolifico, poliedrico e infaticabile. E lo è stato fino alla fine dei suoi giorni. Non si è contenuto nemmeno nella vita privata, sposandosi cinque volte, una di queste con la cantante dei Mamas and Papas Michelle Phillips, anche se il matrimonio è durato pochi giorni.
Hopper esordisce con James Dean in “Gioventù bruciata” ma è con “Easy Rider”, di cui è stato anche regista, che diventa icona mondiale della ribellione giovanile. Personaggio caratterialmente difficile, la sua carriera è stata scomoda come i personaggi da lui interpretati. La sua ricerca non poteva fermarsi al cinema e ad una sola esperienza artistica: già negli anni ’60, con una macchina fotografica ricevuta in regalo dalla prima moglie, Hopper inizia a scattare foto a persone e a paesaggi, come quelle di Taos, New Mexico, il luogo dove si stabilisce al temine della realizzazione di “Easy Rider” e dove riposano le sue spoglie.
Peculiarità di Hopper era quella di usare anche macchine molto economiche e di sviluppare le pellicole con gli strumenti non professionali che si trovavano nei drugstore dove spesso si fermava quando era on the road. Le fotografie di Hopper raccontano gli Stati Uniti vista attraverso lo sguardo di uno dei suoi figli più illustri e controversi, il suo occhio ha sempre cercato di catturare i cambiamenti socio-culturali di un paese di frontiera mostrandoci paesaggi e personaggi come in un film mai girato.